Sono qui di Giulia Prodiguerra
a cura di Giulia B.
È doveroso fare una breve premessa: prima di leggere questo racconto di
40 pagine io non ho mai finito i pdf inviati da lettori esordienti, e
tanto meno li ho recensiti. Li aprivo, leggevo se era tanto le prime
cinque pagine e li richiudevo per dedicarmi a qualcosa di più utile da
fare o a un libro più interessante da finire. Se fin dalla pagina numero
1 ti accorgi di trovarti di fronte a una scrittura buttata là, banale o
esageratamente elaborata con parole accostate a caso o (orrore degli
orrori) addirittura piena di errori di ortografia non ci pensi due volte
a impiegare il tuo tempo in maniera migliore. Quindi, non ho aperto il
file di Giulia sotto i migliori auspici.
Invece leggendo le prime
righe sono stata piacevolmente sorpresa. La prima cosa che ho notato è
che Giulia sa scrivere bene: le parole sono scelte con cura, sono
pensate e questa non è una cosa da poco sempre tenuto conto di certa
robaccia che gira. Lo stile della sua scrittura si esprime al meglio
nella descrizione di luoghi, personaggi e situazioni; qui le parole
diventano evocative e non è difficile ritrovarsi nei posti descritti,
seduti nell’ autobus a fianco del protagonista sentendo la musica a
volume basso della radio, stesi su un letto in un appartamento a Londra
mentre fuori nevica etc. I temi trattati, e a mio parere anche bene,
sono il morbo di Alzheimer e l’omosessualità. Del primo tema ho
apprezzato in particolar modo il voler trasmettere il senso di
smarrimento che può provare una famiglia di fronte a questa terribile
diagnosi, la necessità di cercare una nuova organizzazione all’interno
della famiglia per non lasciare il malato da solo, il senso di sconforto
nel vedere un caro diventare un’altra persona e la nuova responsabilità
di cui si viene investiti nel doversi occupare di qualcuno che si è
sempre occupato di noi. Ho trovato molto delicato anche il tentativo che
c'è nel capitolo 8 di dar voce ai pensieri di un Ivana come io
narrante.È un racconto coinvolgente che mi ha colpita. Chi ha avuto
l’occasione di venire a contatto con malati di questo tipo non potrà
fare a meno di rimanere imbrigliato nella storia identificandosi, ma
anche chi non conosce nulla di questa patologia avrà senza dubbio modo
di apprezzare la sensibilità e il senso di angoscia che suscita questo
racconto. Certo qualche tempo verbale o qualche termine da rivedere ci
sarebbe ma nel complesso ho visto qualcosa di potenzialmente buono e
promettente.
Lunghezza Opera :)
Ampiezza cast dei Personaggi :) :)
Varietà Luoghi :) :) :)
Coinvolgimento e Scorrevolezza :) :) :)
Componente Inedita :) :) :)
Valutazione Complessiva :) :) :).
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