sabato 12 novembre 2016

Chi perde paga di Stephen King

Chi perde paga di Stephen King

a cura di Serena P.

Il genio è John Rothstein, scrittore osannato dalla critica e amato dal pubblico - reso immortale dal suo personaggio feticcio Jimmy Gold - che però non pubblica più da vent'anni. L'uomo che lo apostrofa è Morris Bellamy, il suo fan più accanito, piombato a casa sua nel cuore della notte, furibondo non solo perché Rothstein ha smesso di scrivere, ma perché ha fatto finire malissimo il suo adorato Jimmy. Bellamy è venuto a rapinarlo, ma soprattutto a vendicarsi. E così, una volta estorta la combinazione della cassaforte al vecchio autore, si libera di lui facendogli saltare l'illustre cervello. Non sa ancora che oltre ai soldi (tantissimi soldi), John Rothstein nasconde un tesoro ben più prezioso: decine di taccuini con gli appunti per un nuovo romanzo. E non sa che passeranno trent'anni prima che possa recuperarli. A quel punto, però, dovrà fare i conti con Bill Hodges, il detective in pensione eroe melanconico di "Mr. Mercedes", e i suoi inseparabili aiutanti Holly Gibney e Jerome Robinson. Come in "Misery non deve morire", King mette in scena l'ossessione di un lettore per il suo scrittore, un'ossessione spinta fino al limite della follia e raccontata con ritmo serratissimo.

"Chi perde paga" è il secondo romanzo della trilogia iniziata con "Mr. Mercedes", nel quale l'autore tocca un tema a lui caro, quello del potere della letteratura sulla vita di ogni giorno, nel bene e nel male.
Il libro inizia con l episodio centrale di Mr Mercedes che fino a quasi metà del libro non si spiega cosa centri con l’intera trama, cosi come altre scene che ti fanno presagire che sta per succedere qualcosa e invece non trovano una spiegazione ne a metà ne alla fine del libro. Non è scritto male, ha un ritmo incalzante ma sembra come se si stesse leggendo Misery non c’è quella novità che uno si aspetterebbe da uno come King.
I personaggi sono ben descritti e caratterizzati come tipico di questo autore, cosi come i luoghi ma manca quel di più che ti fa dire “oh mio dio”. Il finale è aperto perché come detto è il secondo libro di una trilogia e lascia il lettore un po’ cosi… ma si può comprendere… purtroppo per ogni nota positiva c’è sempre un ma…

Lunghezza Opera
:) :) :)
Ampiezza cast dei Personaggi
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Varietà Luoghi
:) :) :) :)
Coinvolgimento e Scorrevolezza
:) :) :)
Componente Inedita
:)
Valutazione Complessiva
:) :)

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