martedì 29 novembre 2016

Cinque meditazioni sulla morte ovvero sulla vita Di François Cheng


Cinque meditazioni sulla morte

ovvero sulla vita

Di François Cheng
A cura di Serena P.

"La vita genera la vita, senza fine": recita così l'antichissima massima cinese che Francois Cheng ha calligrafato sulla copertina del libro. In quei caratteri che "tuonano come colpi di cembalo" una sapienza plurimillenaria ci trasmette intatto il senso del nostro essere qui e ora. Noi viventi ci aggiriamo nell'indissolubile reame di vita e morte, ma l'unico modo per dire pienamente sì alla vita è lasciare che la morte si riveli come la nostra dimensione più segreta e personale, il nostro bene più prezioso. Con un rovesciamento prospettico che toglie ogni cupezza e temibilità al mistero dei misteri, Cheng fa traboccare di vita le grandi questioni religiose, metafisiche e morali, dal creato alla bellezza alla presenza del male. Gli basta sfiorare le tradizioni di Oriente e Occidente, cedendo spesso la parola ai poeti e in ultimo, quasi un canto mormorato, a se stesso, al proprio pensiero poetante. Nessuna magniloquenza viene a turbare questa maniera affabile di intrattenere degli amici. Nel tono di Cheng, lontano migrante cinese diventato accademico di Francia, riconosciamo l'universale vitalità dell'appello francescano a "nostra sorella morte"

Un libro piccolino per numero di pagine ma decisamente impegnativo, non tanto per i vari concetti alla visione della morte in oriente ma proprio per il tema trattato. La morte di solito viene percepita come qualcosa di brutto da cui l uomo tende a fuggire. Qui invece l autore ce la presenta come un fatto naturale e necessario per l evoluzione portando alla luce il concetto che dal nulla ( come viene percepita la morte) nasce il tutto. Essere e non essere fanno parte di un cerchio "cosmico" come primo esempio infatti parla della nascita del mondo, dal nulla al tutto. Porta a riflettere anche sul rapporto tra i noi attuali e i nostri avi da cui noi abbiamo la fortuna di discendere e di conoscere il nostro presente e soprattutto il nostro passato grazie ai loro ricordi di cui noi dobbiamo fare tesoro. Ci ricorda che dobbiamo avere sete di vivere perché proprio quando non avremo più acqua ne capiremo il vero valore ( una metafora) e porta come esempio un fatto a lui accaduto da bambino. Cinque riflessioni in cui l autore ci chiama cari amici e in cui ci fa sentire come nel salotto di un amico, ci parla come se fossimo seduti di fronte a lui. Ho apprezzato molto questo libro che mi ha fatto riflettere e capire meglio concetti che conoscevo in superficie e ho trovato molto molto belle ed esplicative i vari riferimenti ad altri autori e le poesie in fondo.
Lunghezza Opera

Ampiezza cast dei Personaggi
Varietà Luoghi

Coinvolgimento e Scorrevolezza

Componente Inedita

Valutazione Complessiva

Nessun commento:

Posta un commento