mercoledì 9 novembre 2016

Sono qui di Giulia Prodiguerra

Sono qui di Giulia Prodiguerra
a cura di Giulia B.
È doveroso fare una breve premessa: prima di leggere questo racconto di 40 pagine io non ho mai finito i pdf inviati da lettori esordienti, e tanto meno li ho recensiti. Li aprivo, leggevo se era tanto le prime cinque pagine e li richiudevo per dedicarmi a qualcosa di più utile da fare o a un libro più interessante da finire. Se fin dalla pagina numero 1 ti accorgi di trovarti di fronte a una scrittura buttata là, banale o esageratamente elaborata con parole accostate a caso o (orrore degli orrori) addirittura piena di errori di ortografia non ci pensi due volte a impiegare il tuo tempo in maniera migliore. Quindi, non ho aperto il file di Giulia sotto i migliori auspici.
Invece leggendo le prime righe sono stata piacevolmente sorpresa. La prima cosa che ho notato è che Giulia sa scrivere bene: le parole sono scelte con cura, sono pensate e questa non è una cosa da poco sempre tenuto conto di certa robaccia che gira. Lo stile della sua scrittura si esprime al meglio nella descrizione di luoghi, personaggi e situazioni; qui le parole diventano evocative e non è difficile ritrovarsi nei posti descritti, seduti nell’ autobus a fianco del protagonista sentendo la musica a volume basso della radio, stesi su un letto in un appartamento a Londra mentre fuori nevica etc. I temi trattati, e a mio parere anche bene, sono il morbo di Alzheimer e l’omosessualità. Del primo tema ho apprezzato in particolar modo il voler trasmettere il senso di smarrimento che può provare una famiglia di fronte a questa terribile diagnosi, la necessità di cercare una nuova organizzazione all’interno della famiglia per non lasciare il malato da solo, il senso di sconforto nel vedere un caro diventare un’altra persona e la nuova responsabilità di cui si viene investiti nel doversi occupare di qualcuno che si è sempre occupato di noi. Ho trovato molto delicato anche il tentativo che c'è nel capitolo 8 di dar voce ai pensieri di un Ivana come io narrante.È un racconto coinvolgente che mi ha colpita. Chi ha avuto l’occasione di venire a contatto con malati di questo tipo non potrà fare a meno di rimanere imbrigliato nella storia identificandosi, ma anche chi non conosce nulla di questa patologia avrà senza dubbio modo di apprezzare la sensibilità e il senso di angoscia che suscita questo racconto. Certo qualche tempo verbale o qualche termine da rivedere ci sarebbe ma nel complesso ho visto qualcosa di potenzialmente buono e promettente.
Lunghezza Opera :)
Ampiezza cast dei Personaggi :) :)
Varietà Luoghi :) :) :)
Coinvolgimento e Scorrevolezza :) :) :)
Componente Inedita :) :) :)
Valutazione Complessiva :) :) :).

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