Fahrenheit 451
Di Ray Bradbury
A cura di Serena P.
Montag fa il pompiere in un mondo in cui gli incendi non vengono spenti
ma appiccati. Armati di lanciafiamme, i militi irrompono nelle case dei
sovversivi che conservano libri, e li bruciano: così vuole la legge.
Montag non è felice della sua esistenza alienata, fra giganteschi
schermi televisivi e slogan, con una moglie indifferente e un lavoro di
routine. Finché, dall'incontro con una donna sconosciuta, per il
pompiere inizia la scoperta di un sentimento e di un mondo diverso da
quello in cui è vissuto, un universo di luce non ancora offuscato dalle
tenebre della società tecnologica imperante.
Leggere questo
libro è stato come vedere un incontro di boxe tra due pugili di
categorie differenti. Da una parte c’è il peso massimo ( ovvero i militi
del fuoco) e dall’altro il peso mosca ( gli intellettuali). Se uno
gioca di prepotenza con regole ferree e a forza di muscoli l’altro
essendo più piccino ( si fa per dire) gioca d’astuzia. In un mondo dove
tutto è sottoposto a controllo a livello mentale che fisico non può
essere possibile che qualcosa o qualcuno turbi questo equilibrio. Ed è
proprio quello che succede al peso massimo Montag quando incontra la
“strana” Clarisse. Lei con il suo fare apparentemente ingenuo instilla
in Montag un dubbio: è davvero giusto quello che fa? E da questo dubbio
parte tutta la vicenda dove piano piano il peso mosca diventa un peso
massimo come Montag e i militi del fuoco. Ma se avere dubbi e farsi
delle domande è sinonimo di intelligenza così non si può dire di tutti i
protagonisti. Questo libro è un inno all’amore per la lettura e per i
libri riconoscendo ad essi un ruolo fondamentale nelle vita umana, essi
sono la memoria del passato che ha ripercussioni sul presente e sul
futuro. L’uomo deve necessariamente ricordare ed è proprio questo che
fanno gli intellettuali, ricordano. Ricordano i libri perché la loro
storia non vada perduta nelle tenebre della tecnologia a volte fin
troppo presente nelle nostre vite. Ho amato molto lo stile di scrittura
dell’autore ( è il secondo libro che leggo di Bradbury, il primo fu il
popolo dell’autunno) che già in passato non mi aveva delusa. Ho amato la
caratterizzazione dei personaggi e dei luoghi. La scrittura se pur in
alcuni punti lenta ( non lo dico con accezione negativa) invita alla
riflessione.
Conosceremo una grande quantità di persone sole e
dolenti, nei prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando
ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro:
Ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi ( cit.)
Lunghezza Opera:
. Ampiezza Cast Personaggi:
. Varietà Luoghi:
. Coinvolgimento e Scorrevolezza:
. Componente Inedita:
. Valutazione Complessiva:
Nessun commento:
Posta un commento