La saggezza della vita di Arthur Schopenhauer
a cura di Serena P.
Primo libro che leggo di questo autore. E’ un piccolo manuale di
sopravvivenza per vivere se non felicissimi quantomeno meno tristi.
Tratta dalla sua opera "Parerga e Paralipomena", pubblicata nel 1821
questa serie di aforismi ci da un’idea del concetto di felicità
dell’autore spiegato però con esempi pratici e quotidiani.
Punto fondamentale da tenere sempre presente durante la lettura è la
ripartizione riportata all’inizio ovvero: ciò che uno è, ciò che una ha e
ciò che uno rappresenta. Trattando il primo punto: L’autore non ci
parla come se fosse un giudica ma un amico che alla luce delle sue
esperienze di vita e di studio ci da dei consigli. Per ottenere la
serenità, sostiene che sia necessario la sensibilità d’animo ma non
troppa altrimenti si rischia la malinconia ( che per l’uomo non è un
bene) così come sostiene che i primissimi nemici della felicità sono la
noia e il dolore, bisogna pertanto arricchire lo spirito e “allenarlo” a
combattere i suoi nemici. Riguardo a ciò che uno ha l’autore sostiene
che ciò che uno possiede sia materialmente che spiritualmente debba
essere usato per raggiungere la felicità e non diventi esso stesso la
felicità. Il patrimonio dell’individuo non deve essere perciò
sperperato. Per il terzo punto, decisamente quello più sopravvalutato
dall’individuo, l’autore sostiene che “un debole “ cerca rifugio
nell’opinione che gli altri hanno di lui per sentirsi appagato e felice e
quindi non basta a se stesso. E così arriviamo all’ultimo capitolo in
cui appunto con aforismi e citazioni ci da una sorta di regolamento per
raggiungere lo scopo di cui sopra.
Lunghezza Opera
Ampiezza cast dei Personaggi
Varietà Luoghi
Coinvolgimento e Scorrevolezza
Componente Inedita
Valutazione Complessiva
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