"Il gabbiano Jonathan Livingston"
di Richard Bach
a cura di Serena P.
Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica.
Questo libro mi ha lasciato la stessa sensazione di una mattonata sul piede. Non mi è piaciuto per nulla, a parte il fatto di essere prolisso ( pagine e pagine di descrizioni di volo), capisco che sia una metafora della vita, ma a un certo punto mi sono chiesta ma davvero noi uomini siamo così senza attributi? Il gabbiano in questione decide di voler essere diverso dagli altri, di non volersi conformare alle regole e per questo viene emarginato e bandito e fino qui mi pare tutto in ordine, ma nel momento in cui lui viene esiliato e trova altri come lui per quale motivo vuole tornare al suo stormo di origine? E soprattutto basta davvero che un altro gabbiano gli dica di non andare e lui tranquillamente accetta? Scritta in questo modo l’unico messaggio che io ne ho percepito è che questo a questo gabbiano basti poco ad essere convinto e che sotto sotto non vuole essere poi così particolare anzi alla fine passa da uno stormo ad un altro e sia da una parte che dall’altra ci sono delle regole… per cui tutta la libertà che va cercando dove sta?
Lunghezza Opera
Ampiezza cast dei Personaggi
Varietà Luoghi
Coinvolgimento e Scorrevolezza
Componente Inedita
Valutazione Complessiva
Nessun commento:
Posta un commento