lunedì 13 marzo 2017

"Trilogia della città di K." di Agota Kristof


"Trilogia della città di K."
di Agota Kristof

a cura di Selene C.

Questo è uno di quei libri la cui recensione va scritta a caldo, di pancia... anche se ho atteso una giornata prima di cimentarmi perché dovevo riprendermi.

È un libro particolare e strano, con un stile veloce e spezzato, brachilogico, non difficile da seguire; suddiviso in tre parti: il grande quaderno, la prova e la terza menzogna.

Il romanzo si apre con il racconto di due fratellini, gemelli, che, a causa dello scoppio della guerra, vengono lasciati dalla loro madre in custodia alla nonna, tipo sui generis, con la quale non erano in rapporto.

La narrazione è cruda nel descrivere la situazione, i rapporti, le vicende, l'evoluzione dei personaggi.

Una persona sensibile già si stupirebbe di riscontrare come una nonna possa trattare i propri nipoti come se fossero qualcosa di estraneo... ci sono avvenimenti che li segnano; ma i due fratellini decenni riescono a cavarsela, sono duri, imparano a farsi rispettare, si inventano dei giochi per abituare il corpo al freddo, alla fame, alle percosse, e nel contempo mantengono attive le loro facoltà mentali studiando in autonomia (non vanno a scuola pur essendo obbligatoria). Sono intelligenti, determinati, si occupano dell'orto della nonna degli animali, delle incombenze, insomma si danno un gran da fare.
Questi due fratellini, Claus e Lucas (i nomi li scopriamo a romanzo ben inoltrato) sono inseparabili, l'uno l'ombra e la proiezione dell'altro.

Ad un certo punto si separano, non è chiaro perché, ma devono dividersi per crescere, e Claus supera la frontiera, campo minato servendosi del corpo di un fuggitivo esploso sotto i suoi occhi. 

Inizia così un periodo di forte depressione e regressione per il gemello rimasto, finché non si riprende e continua la sua vita, sempre nel ricordo e nella speranza del ritorno dell'amato fratello.

Lucas incontra più di una donna, si affeziona ad un bambino che decide di prendere come suo figlio, ma poi si arriva ad un punto di non ritorno in cui Lucas cade nuovamente in depressione per una tragedia che riguarda questo bambino tanto amato pur se malformato.

Scompare Lucas. 

Appare Claus, rientra con il visto per un breve periodo, ma non riesce a trovare il fratello, chiede di lui ma nessuno sa nulla, negli archivi non compare mai un secondo nome, tanto che ci viene il dubbio se sia mai esistito questo presunto fratello... Che sia tutta una menzogna?

Per un lasso di tempo se n'è davvero convinti.
Non si comprende dove sia la verità, molto labile in questo romanzo... fino a quando non viene svelata "la terza menzogna", la verità che si insegue per comprendere la storia del personaggio è nebbiosa e fuligginosa.

C'è un'ansia nel voler sapere, nel seguire la voce narrante che non stanca, tutt'altro... 

Sono ancora sconvolta nell'aver letto l'ultima pagina... chiudendo il libro, mio compagno di tre settimane, la prima cosa che ho pensato è stata: "questo sì che è un libro, è un gran libro".
Un libro è tante cose e dà tante cose, tra di esse vi sono le forti emozioni che lascia provare; sicuramente non è un genere che può essere largamente condiviso, ma per chi dovesse intraprendere il cammino non può che rimanerne stupito e affascinato. 
Un gran bel libro!

Lunghezza Opera    

Ampiezza cast dei Personaggi     
Varietà Luoghi     

Coinvolgimento e Scorrevolezza     

Componente Inedita     

Valutazione Complessiva     

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