sabato 28 ottobre 2017

L’urlo e il furore di William Faulkner




 a cura di Serena P.

Faulkner dà voce barocca a tutte le ossessioni e i fanatismi di quel Sud di cui pativa l'interminabile decadenza, incominciata con la sconfitta nella guerra civile. La mitica contea di Oxford diventa il teatro di un insanabile conflitto tra bianchi e neri, bene e male, passato e presente. Il romanzo è un complesso poema sinfonico in 4 tempi, che scandiscono le sventure di una famiglia del profondo Sud. La madre Caroline è sposata a Jason Compson III; i coniugi Compson hanno quattro figli: Quentin, Candace (Caddy), Jason e Benjamin e una nipotina, figlia di Caddy, chiamata anche lei Quentin, in memoria dello zio.
Non è un libro qualunque e non è un libro per tutti. Ci è voluta tutta la mia perseveranza e caparbia per superare l'ostacolo del primo capitolo, che presenta una prosa allucinante, con continue sovrapposizioni temporali e narrative. Secondo terzo e quarto che racchiudono ciascuno una giornata, invece sono stati più facili da leggere perché ero già nella giusta ottica. Ad ogni capitolo cambia la voce narrante la prima è quella di Benjamin, la seconda è di Quentin la terza è narrata da Jason e la parte finale da Disley la serva nera più anziana tra quelli al servizio della famiglia che a sua volta ha tre figli: Versh, Frony, e T. P.; Frony a sua volta ha un figlio, Luster, che si occupa di Benjamin.
Forte e prorompente è anche il contenuto del romanzo; un'immagine indelebile della decadenza umana, animi esacerbati, menti malate, famiglie alla deriva, cui fa da sfondo il grande sud americano, terra di contrasti e testimone di un'integrazione razziale difficile.

  Lunghezza opera: :) :)
Ampiezza cast dei personaggi: :) :) :) :) :) e più
Coinvolgimento e scorrevolezza: :) :) :) :)
Componente inedita: :) :)
Valutazione complessiva: :) :) :)

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